In Inghilterra, la politica è un gioco per i giovani e i più capaci iniziano molto giovani. Nel giovedì nero del 1992, quando fu annunciata l’esclusione della sterlina dallo Sme, dietro al cancelliere Norman Lamont stava già David Cameron, appena ventiquattrenne, salito alla ribalta in occasione della crisi del grano come segretario politico dello stesso Lamont – un premio per avere organizzato la vittoria a sorpresa di John Major alle elezioni del ’92. Proprio come Blair e Brown avevano cominciato a progettare il New Labour durante i giorni bui del 1983, anche Cameron e l’ancor più giovane Osborne hanno iniziato a ricostruire il nuovo partito conservatore sin dal ’92. Il rischio di iniziare la carriera da giovane sta nel fatto che le nuove idee diventano presto vecchie e sorpassate. [...] David Cameron ha 41 anni e il cancelliere del governo ombra conservatore, George Osborne, ne ha 36. La sua squadra di giovani – in cui figura anche Michael Gove, che ha rinunciato alla direzione del Times per entrare in Parlamento – è piena di nuove idee. Il principale ideologo del New Conservatism è David “Due cervelli” Willetts, classe 1956 e studi a Oxford, il cui primo pioneristico libro, “Modern Conservatism”, è stato pubblicato nel 1992. Non per nulla anche Tony Blair è stato un suo attento lettore.
Il teorema di Willetts
[...] Per spiegare le idee sul nuovo conservatorismo, Willetts ha mostrato a Cameron come tutti i muri a secco costruiti nell’Oxfordshire non siano tenuti insieme da alcun tipo di malta ma si reggano senza bisogno di burocrazia o coercizione – proprio come dovrebbe fare la società, se si conformasse alla teoria dei giochi e alle scoperte moderne della biologia sociale, della neurologia e dell’antropologia. Il dilemma del prigioniero nella teoria dei giochi mostra che gli esseri umani collaborano non per coercizione ma per autoimposizione. Un mutamento può essere realizzato soltanto attraverso il consenso pubblico perché, come ha osservato Locke, “la legge è il consenso”. Non sono state le leggi sull’uguaglianza salariale o razziale a far mutare la morale; queste leggi sono state semplicemente l’espressione di un nuovo equilibrio della società. La destra tende a sostenere equilibri antiquati, mentre la sinistra propone riforme che non saranno mai accettate come nuovo equilibrio. Blair e Brown parlano di “comunità” e di “valori”, ma questi non valgono nulla se non sono incorporati e integrati nelle istituzioni. “La teoria dei giochi è il partner intellettuale della biologia evoluzionistica”, perché dimostra che la collaborazione è un fatto naturale, dice Willetts. L’altruismo reciproco sembra essere connesso alla probabilità che avremo ancora a che fare con le persone con cui collaboriamo. La pressione esercitata da persone di pari condizione funziona meglio se sono coinvolte meno di 150 persone, dato che questo è il numero di individui che siamo neurologicamente in grado di rispettare. Sono questi i mattoni essenziali con cui possiamo costruire istituzioni capaci di regolarsi da sole. Questi “muri a secco” possono stare in piedi soltanto se sono consapevoli degli usi e dei costumi che hanno avuto storicamente successo in una data società. Se tali usi e costumi non sono “conservati” e sviluppati in conformità con le “istituzioni naturali”, la conseguenza è, come ha scritto W. B. Yeats a proposito dell’autodistruzione dell’Europa durante la Prima guerra mondiale, che “le cose cadono a pezzi perché il centro non è più in grado di reggere”.
da Il Foglio, 03 Maggio.
p.s.: mi soffermo solo sul teorema di Willetts. E' vero che la teoria dei giochi sugli equilibri evolutivamente stabili afferma che questi si formano per consenso (Hayek direbbe spontaneamente!) dei soggetti coinvolti e non per imposizione esogena.
E' però vero che questi equilibri non sono necessariamente l'ottimo per la società.
Inoltre tale teoria si fonda su un approccio unilineare (tipico di Darwin e Veblen) che, mentre può valere per i geni, non è stato ancora dimostrato nell'economia e nella società. In altre parole, equilibri multipli possono verificarsi, rendendo costoso lo switching spontaneo degli individui. A titolo di esempio, banalmente, in Inghilterra l'ordine spontaneo ha portato a guidare tenendo la sinistra, mentre in Italia tenendo destra. L'obiettivo è stato raggiunto da ambedue gli equilibri, ovvero quello di evitare di scontrarsi mentre si viaggia in auto, ma le soluzioni sono state spontaneamente opposte. E questa pluralità rende difficile anche l'adattamente di guidatori italiani nelle strade inglesi e guidatori inglesi nelle strade italiane.