Wednesday, May 5, 2010

Granduca - via, altraeuropa-tito.blogspot.com


Denis Verdini è un personaggio curioso, il collo forte i capelli folti, banchiere a modo suo, il fascino del toscano che prende a morsi la vita come fa con le bistecche alle sagre. A Roma vive come un principe del rinascimento, altro che lettoni di Putin, lui ha classe. Eppure fino all'anno scorso non avresti mai detto che potesse intrallazzare così tanto. Già perchè pareva che ci sapesse fare Denis, che conoscesse "Il Principe" e quell'altro Pesudoprincipe a memoria. Che se fosse nato solo centocinquant'anni fa sarebbe stato un Granduca, ma non come Canapone. Di quelli alla Cosimo I, il conquistatore di Siena, che se voleva qualcosa la prendeva, donne o città, e alla fine si risolveva tutto in un trionfo coi tappeti rossi appesi alle finestre ed archi improvvisati con frutta e fiori.
Ma Verdini non è un Medici e neanche un Asburgo, è di origini umili. Verdini ha commesso l'errore di tutti i parvenu: ha voluto strafare, ci ha dato troppo dentro e ha creduto di essere invincibile solo perchè era arrivato là dove nessuno della sua famiglia era mai arrivato. Verdini ha conosciuto il potere senza essere stato educato a riceverlo. E allora si è fatto beccare. Per la seconda volta.
Ieri la Procura di Firenze ha chiesto il giudizio immediato per l'affaire della scuola dei marescialli, in cui sono coivolti imprenditori suoi amici.
Non è bastato. Quei giacobini della Guardia di Finanza hanno infierito e stavolta non si sa se le truppe imperiali scenderanno da Milano/Arcore come fecero nel '49 a salvare il principe in difficoltà. Stavolta l'intreccio è complicato, terribile. Ci sono dentro tutti. Lui, gli imprenditori, la banca, Propaganda Fide (signora dell'Ici). Praticamente rappresentanti di tutti i settori della classe dirigente italiana.
Stavolta può darsi che l'Imperatore lasci da solo uno dei suoi generali. Che dopo Scajola abbandoni anche lui. Può darsi che Denis debba abbandonare Firenze e la sua villa romana. Purtroppo non sappiamo se potrà farlo come l'ultimo dei granduchi, nella tranquillità e nell'affetto di un popolo che in fondo aveva voluto bene a quel principe affettuoso e un po' tontolone. Forse stavolta la folla farà più rumore, ma tranquillo Denis: siamo in Italia. Qui il rumore al massimo è un ultrasuono.