Tuesday, July 31, 2007

I candidati: i promossi e i respinti

L'ufficio tecnico-amministrativo del Pd ha esaminato le documentazioni presentate a sostegno delle candidature a segretario nazionale del Partito democratico e ha accolto quelle di Mario Adinolfi, Rosy Bindi, Jacopo Gavazzoli Schettini, Piergiorgio Gawronski, Enrico Letta e Walter Veltroni

Inoltre, ha accolto con riserva la candidatura di Furio Colombo, concedendogli ulteriori 48 ore per integrare la documentazione presentata. Il quale però ha dichiarato di volersi ritirare.


L'ufficio tecnico-amministrativo, infine, ha dichiarato l'inammissibilita' delle candidature di Enrico Andreoni, Lucio Cangini e Amerigo Rutigliano ai sensi dell'articolo 7 comma 8 del regolamento (insufficienza del numero dei sottoscrittori) e di Marco Pannella e di Antonio Di Pietro ai sensi dell'articolo 1 comma 2 e dell'articolo 7 comma 4 (leader riconosciuti di forze politiche nazionali delle quali non hanno dichiarato lo scioglimento in modo esplicito ed impegnativo).


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Sunday, July 29, 2007

Democratic i-Debate

Sulla Cnn è andata in onda la prima tribuna elettorale organizzata tramite YouTube. In pratica, i candidati democratici per la presidenza degli Stati Uniti - Hillary Clinton, Barack Obama e John Edwards - hanno risposto alle domande di normali cittadini contenute in video pubblicati online su YouTube, video che sono stati proiettati sul grande schermo allestito in studio.


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Friday, July 20, 2007

Primarie del PD: gli attuali candidati

Ad oggi 20 Luglio 2007 i candidati sono (in ordine alfabetico):

Mario Adinolfi. Under 40, blogger della cosiddetta Generazione U, simpatizzante della Margherita ma estraneo ai giochi dentro quel partito, si candida per ricordare che esiste anche un'Italia che non ha ancora i capelli bianchi. Il rischio: fare la fine di Scalfarotto.

Rosy Bindi. Cattolica, però si batte per la laicità, ha detto di correre per le donne - altrimenti assenti - e anche contro gli apparati, che sostengono Veltroni. Non è, come si crede, una "monaca", ma una donna piuttosto forte, anche polemica, non aliena dalla contesa all'italiana. Dietro di lei c'è chi vede il sostegno dei prodiani - Arturo Parisi in primis - non proprio così contenti di un plebiscito per Veltroni.

Furio Colombo. Ex direttore dell'Unità, diessino super-americano, ma anche simbolo della stagione antiberlusconiana dei girotondi. Per qualcuno, una dote tuttora indispensabile; per altri, il limite dell'intransigentisimo morettiano di una certa sinistra.

Jacopo Gavazzoli Schettini, direttore della Aei, l'Agenzia Europea di Investimenti Standard Ethics.

Walter Veltroni. E' il leader favorito, appoggiato da Ds e Margherita, quello che dovrebbe vincere a man bassa, unto da mezzo mondo. Unisce tutti e però, per questo, è eternamente sospettato di furbizia acuta. Si è tenuto un passo indietro rispetto alle ferite degli altri della sua generazione, da Roma s'è conquistato una credibilità e una tribuna utile. Adesso dovrà far vedere di poter costruire una sinistra nuova, che non sia la semplice farraginosa giustapposizione dei riformisti (spenti) e dei radical (rissosi).

Candidabili. A un passo dal candidarsi sarebbe Enrico Letta. Se così sarà, è di certo il nome più insidioso per avvicinare Veltroni, quello che incarna l'anima più pragmatica, che potrebbe parlare anche i ceti delusi del Nord. Il limite: ce lo vedete a scaldare un cuore?

Intanto i primi sondaggi vedono Veltroni al 65%, Bindi 15%, Letta 10%, Adinolfi 6%, Colombo 3% e Gavazzoli Schettini 1%.
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Saturday, July 14, 2007

Darfur

Adam è un bambino del Darfur di 12 anni. I ricordi di un'infanzia segnata da guerre e fame racchiuse nelle parole e nella musica di questa canzone

Da quando il conflitto ha distrutto il suo villaggio si è rifugiato nel campo di Muhajariya. Nonostante la grande voglia di imparare ha frequentato la scuola solo sporadicamente a causa della guerra e dei continui spostamenti. Questa canzone è stata registrata da una volontaria di Medici Senza Frontiere durante un incontro di educazione alla salute: Adam chiese alla ragazza di poter cantare e, una volta finita la sua canzone, si è seduto con la testa tra le gambe incurante degli applausi.



Lasceremo una finestra aperta circa l’appello on-line per chiedere a RAI, LA7 e MEDIASET di dare più spazio all’informazione sul Darfur e sulle crisi umanitarie del mondo.

Wednesday, July 11, 2007

Aperitivo PD a Gavorrano

sabato 14 ore 18,30 al bar "Il Grottaione" a Gavorrano aperitivo con l'On. Claudio Franci

"Verso il Partito Democratico"

si raccolgono le adesioni per il PD e le firme per il referendum

Referendum elettorale

Veltroni sostiene i referendum elettorali ma non firma.

Per chi volesse firmare ed/od avere ulteriori informazioni sul referendum elettorale, vedere qui.
Terremo, comunque, una finestra aperta (a lato) fino alla chiusura della raccolata firme.

Di seguito un breve stralcio dei quesiti referendari.

Il 1° e il 2° quesito : premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento

Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti.

Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio ha fatto sì che, alle ultime elezioni, si siano formate due grandi coalizioni composte di numerosi partiti al proprio interno. E la frammentazione è notevolmente aumentata.

Il 1° ed il 2° quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste.

In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi.

Un secondo effetto del referendum è il seguente: abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioè, le liste debbono comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e 8 % al Senato.

In sintesi: la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio, le liste minori ottengono comunque una rappresentanza adeguata, purché superino lo sbarramento.

All’esito dell’abrogazione, resteranno comunque in vigore le norme vigenti relative all’indicazione del “capo della forza politica” (il candidato premier) ed al programma elettorale.


Gli effetti politico-istituzionali del 1° e del 2° quesito

Il sistema elettorale risultante dal referendum spingerà gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase pre-elettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche e incentivando la riaggregazione nel sistema partitico. Si potrà aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica. La frammentazione si ridurrà drasticamente. Non essendoci più le coalizioni scomparirà l’attuale schizofrenia tra identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti nella coalizione. Con l’effetto che i partiti sono insieme il giorno delle elezioni e, dal giorno successivo, si combattono dentro la coalizione.

Sulla scheda apparirà un solo simbolo, un solo nome ed una sola lista per ciascuna aggregazione che si candidi ad ottenere il premio di maggioranza.

Le componenti politiche di ciascuna lista non potranno rivendicare un proprio diritto all’autonomia perché, di fronte agli elettori, si sono presentate come schieramento unico, una cosa sola. Nessuno potrà rivendicare la propria “quota” di consensi. E sarà molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza. Lo scioglimento del Parlamento una volta che è entrata in crisi una maggioranza votata compattamente dagli elettori potrebbe essere politicamente molto probabile.

L’eliminazione di composite e rissose coalizioni imporrà al sistema politico una sterzata esattamente opposta all’attuale. Piuttosto che l’inarrestabile frammentazione in liste e listine, minacce di scissioni e continue trattative tra i partiti, il nuovo sistema imporrà una notevole semplificazione, lasciando comunque un diritto di rappresentanza anche alle forze che non intendano correre per ottenere una maggioranza di Governo, purché abbiano un consenso significativo e superino la soglia di sbarramento.



Il 3° quesito: abrogazione delle candidature multiple e la cooptazione oligarchica della classe politica

Un terzo quesito referendario colpisce un altro aspetto di scandalo. Oggi la possibilità di candidature in più circoscrizioni (anche tutte!) dà un enorme potere al candidato eletto in più luoghi (il “plurieletto”). Questi, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permette che i primi dei candidati “non eletti” della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunzia. Egli così, di fatto, dispone del destino degli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria scelta. Se sceglie per sé il seggio “A” favorisce l’elezione del primo dei non eletti nella circoscrizione “B”; se sceglie il seggio “B” favorisce il primo dei non eletti nella circoscrizione “A”. Nell’attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa 1/3 dei parlamentari. In altri termini: 1/3 dei parlamentari sono scelti dopo le elezioni da chi già è stato eletto e diventano parlamentari per grazia ricevuta. Un esempio macroscopico di cooptazione!
E’ inevitabile che una tale disciplina induca inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Inoltre i parlamentari subentranti (1/3, come si è detto) debbono la propria elezione non alle proprie capacità, ma alla fedeltà ad un notabile, che li premia scegliendoli per sostituirlo.

Con l’approvazione del 3° quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.



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Hanno parlato di noi...

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