Monday, April 6, 2009

Green Economy contro la crisi

Franceschini: «Contro la crisi 500 milioni subito»

Dario Franceschini candida il Pd a «guidare una grande rivoluzione verde, anche dall' opposizione» , conferma la scelta della «green economy» per uscire dalla crisi, ed invita i giovani a «portare il confronto sul terreno dei valori», e sulle scelte in base alle capacità e non ai «provini tv», per battere il centrodestra, schierandosi con decisione «con i poveri, i deboli e gli sfruttati».

Franceschini ha concluso ad Amalfi la quattro giorni di formazione sull'ambiente con quattro proposte al governo: un piano nazionale di riqualificazione energetica degli edifici pubblici, investimenti per 300 milioni di euro da destinare a 1000 nuovi treni per i pendolari, e la conferma del 55% di agevolazioni fiscali per ristrutturare gli edifici privati secondo i criteri del risparmio energetico. C'è poi un no netto al nucleare («scelta ideologica e ritardata») alla quale Franceschini oppone «il raddoppio entro 10 anni delle energie rinnovabili».

«Per l'Italia, 'green economy' vuol dire investire sulla nostra vocazione, sulla bellezza delle nostre coste e delle nostre città, è la carta che abbiamo da giocare nell' economia globale, ma per ora abbiamo centrali per l' energia eolica sette volte meno della Spagna ed impianti per il fotovoltaico 30 volte meno della Germania», dice il segretario del Pd.

Tra le «scelte strategiche per il Paese» Franceschini chiede che si punti con decisione sul trasporto su ferro, e non più su quello su gomma. «I passanti sul tipo di quello di Mestre saranno ormai 50, ma gli spostamenti tra città e città durano ore e comportano costi infiniti». Anche l'agricoltura deve contribuire alla «green economy» «puntando »sul biologico e sulle colture di qualità invece che sulla soia transgenica». Ed ai giovani del Pd, Franceschini lancia l' invito a »non compiere mai più una scelta amministrativa senza domandarsi se c'era una possibilità più ecologica».

«Se portiamo il confronto con il centrodestra sul terreno dei valori - dice il segretario del Pd - possiamo vincere. Dobbiamo avere il coraggio - spiega - di recuperare parole come 'deboli, poveri, sfruttatì, che nell' epoca della globalizzazione abbiamo avuto paura di usare, e pensare a misure di emergenza in attesa di quelle strutturali per superare la crisi». La richiesta di Franceschini al governo è di destinare, recuperandoli dai redditi superiori ai 120 mila euro, due punti di Irpef, cioè 500 milioni di euro, alle associazioni laiche e cattoliche che si occupano di una povertà ormai in aumento.

Su Berlusconi Franceschini ha poi aggiunto: «Il suo comportamento è frutto del nervosismo fisico di chi capisce che il suo ciclo sta finendo» le polemiche del premier Silvio Berlusconi a Praga nei confronti della stampa. «Il suo - ha aggiunto Franceschini, concludendo i lavori della scuola politica del Pd ad Amalfi - è il nervosismo di chi capisce che dopo tanti anni qualcuno ancora ride per le sue scenette, ma nessuno più si spaventa per le sue minacce».

Sunday, April 5, 2009

Idee in movimento

Si parla spesso dell'enorme falda che c'è tra società civile e politica e dell'incapacità di quest'ultima di ascoltare i problemi di precari, persone che hanno il posto a rischio o che hanno perso il lavoro. Più che mai ora, con la crisi che incombe, queste persone hanno bisogno di spazi di ascolto dove possano trovare un sostegno anche solo emotivo,
Al Pd è venuta in mente un'ottima idea con la creazione di Italia Nascosta:

"Uno strumento per organizzare incontri, metterli in rete tra loro, scambiarsi opinioni e suggerimenti, far crescere proposte che possano tradursi in iniziative concrete e diventare utili per molti, per tutti. Promosso da Federica Mogherini, Maurizio Martina, Elisa Meloni e Giuseppe Lupo, tutti componenti della segreteria nazionale del Pd, il sito si propone come collettore dei racconti e delle storie di un’Italia che si vede poco e che quasi niente conta nelle scelte della politica. Non si tratta però di un raccoglitore verticale, bensì di una piattaforma interattiva aperta e orizzontale: oltre alla possibilità di inviare le proprie testimonianze, i partecipanti al sito potranno organizzare degli incontri in maniera completamente autonoma, cercare e trovare i meeting più vicini al posto in cui vivono, entrare in contatto con persone nella loro stessa situazione ed elaborare insieme analisi e proposte. Una strategia moderna per stimolare la politica e l’opinione pubblica nel modo più tradizionale: facendo sentire la propria voce. Diventando un gruppo di pressione, una lobby. La lobby dei senza voce."

Si ringrazia Francesco Costa

Monday, March 30, 2009

Thursday, March 19, 2009

Il Ministero della Semplificazione ha cancellato Follonica

Per stravolgere la geografia e la toponomastica dei comuni sulla costa indonesiana, nel dicembre 2004 , ci volle un epocale e violento tsunami. Per cancellare, invece, circa una settantina di Comuni in tutta Italia, è bastato un solo voto del Parlamento italiano il 17 febbraio 2009. Un colpo secco di votazione elettronica. E, via! Quando - praticamente all’unanimità – è stata approvata la legge n°9 , più nota come “normativa sulla semplificazione legislativa”. Proponente il leghista Roberto Calderoli, il Ministro competente.
L’intendimento – condiviso da tutti come si abusa dire oggi - era quello di cancellare, con un solo provvedimento, altre 30mila leggi ritenute ormai desuete, prodotte dal Parlamento italiano dal 1° gennaio 1861 al 31 dicembre 1947. Forse sulla via della “semplificazione” in Parlamento hanno esagerato. Convinti come erano – e non si poteva pensare diversamente – che la “Commissione di studio per la semplificazione legislativa”, all’uopo istituita per tempo, avesse, preventivamente, fatto per intero il suo dovere di filtro critico.
[...]
Non c’è dubbio, comunque, che il 17 febbraio 2009 (e poi c’è chi ancora non crede alla sfiga!) sia stato per il Senato della Repubblica il suo “D day”. Dove stavolta la lettera D, sta solo per “Disastro”.

Perché, in nome della tanto agognata semplificazione legislativa, i nostri parlamentari hanno pasticciato alla grande. Abrogando e cancellando, a destra e a manca in tutta Italia, una lunga sfilza di Comuni: dal Triveneto (kaputt! Mestre, etc) sino alla provincia di Agrigento (kaputt! Camastra). Non tralasciando, in questo immaginario tragitto lungo lo stivale, nessuna regione italiana. Si sono soffermati in Toscana (kaputt! Follonica), si sono accaniti contro il Lazio (kaputt! Sabaudia, Aprilia, Colleferro, Pontina, Guidonia, etc), non hanno risparmiato la Campania (Pompei ed Anacapri,etc). Riducendo la configurazione territoriale di due capoluoghi di Provincia (Mantova e Como), e quella di un capoluogo di Regione (Bari). Nel mezzo, hanno incasinato antiche acquisizione del demanio pubblico e relativi accordi contrattuali.
[...]
Sorge spontanea la domanda: ma può essere che i nostri parlamentari non se ne siano proprio accorti?

La risposta, resoconti parlamentari alla mano, non può che essere articolata. Al momento della dichiarazione di voto – unanime con le astensioni del PD e dell’UDC – fatte salve le polemiche di maniera tra maggioranza ed opposizione sul continuo uso del “voto di fiducia”, due soli senatori hanno espresso dubbi di merito sulla legge: il senatore dipietrista Mascitelli, “il processo di semplificazione normativa non può essere fondato solo su dati quantitativi, ma è una operazione complessa, che richiede un accurato studio e la definizione di un adeguato piano organico”, analisi acuta, peccato che però alla fine di questo intervento il senatore Mascitelli abbia dichiarato il suo voto favorevole; strada inversa, invece, per il senatore siciliano dell’UdC Cintola, il quale notoriamente dotato di un naso di una certa entità, dopo aver parlato bene del provvedimento, sentendo appunto puzza di pochade, per cautela, è stato uno di quelli che si è astenuto.

E che si stesse scivolando nella commedia dell’arte, lo si è capito un attimo dopo l’approvazione della legge, quando un paio di solerti funzionari dell’ANCI, piombati a Palazzo Madama, si stavano sbracciando, per avvisare Ministro e i senatori del tunnel di pernacchie nel quale il Parlamento si stava inoltrando. Il Ministro Calderoli, già rosso in viso per l’emozione del trionfo appena consumato via voto elettronico, quando ha capito come stavano le cose è diventato ancora più rosso in viso. Si è guardato in giro, con ansia, ma ha riscontrato – da destra a sinistra – solo occhiate di complicità : “poi ci si pensa !”, parevano gli volessero dire.

“Minchia! Abbiamo distrutto mezza Italia, “Amu iucato a cù pigghiù, pigghiù” (abbiamo giocato all’antico gioco siculo “io sputo nel mucchio e a chi prendo, prendo”), ha commentato goliardicamente, ma efficacemente , un senatore siciliano.
Del pateracchio, poi, se ne è parlato in un incontro informale, e riservato, tra i vari rappresentanti dei gruppi parlamentari, che invocando le famose clausole di garanzie già contenute nella legge, hanno deciso di tirare avanti, facendo finta di niente. Convincendo anche quelli dell’ANCI a soprassedere, a non sollevare troppo scandalo. Invitandoli, piuttosto, a collaborare con il Ministero della semplificazione (“leggetevi voi quelle maledette 30mila leggi”), per risolvere il problema all’appuntamento parlamentare del 30 giugno prossimo. Nel frattempo,come ha commentato, in dialetto,il solito parlamentare bontempone siciliano “ mutù a cu sapi ù iuocu, e cu parra è un gran coRnutu!”.

Un parlamentare campano, riflettendo sul fatto che alcuni milioni di italiani sono rimasti orfani del loro Comune di nascita e/o di residenza, pur ammettendo che la colpa del pateracchio era più da attribuirsi alla nota Commissione di “Teste di Conoscenza” che al Ministro, ha stigmatizzato la leggerezza di Calderoli, che si era fidato a scatola chiusa dell’oltre ventina di esperti, gratificandolo di un commento in dialetto: “nu buonu guaglione, ma nu poco scapocchione!”; modo di dire, affettuosamente non elogiativo, reso famoso dal mitico portiere del Plaza di Roma, il napoletanissimo Gigi Esposito.

Un difensore di Calderoli, però, fa notare : “OK, Roberto, si sarà pure comportato da scapocchione, ma è anche vero che tutti gli altri parlamentari gli sono andati dietro, senza proferire un fiato”. E adesso cosa accadrà? C’è da chiedersi. Indipendentemente dal “vulnus” sull’esistenza dei comuni in questione, che sicuramente verrà sanato. Perché il vero fatto scandaloso, non è l’errore in sè, ma l’approssimazione ed il cinismo fatalista con i quali continuano a legiferare, “a spanne”, tutti questi parlamentari “nominati” nelle ultime elezioni politiche. O no !?

Fonte: SiciliaInformazione

Saturday, March 7, 2009

La crisi

"[T]he problem is not that the corporations are breaking the laws; the problem is that they are making the laws"

Sam Bowles, ***