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Wednesday, February 18, 2009

Gli ex compagni di scuola sono il vero ostacolo alla nascita di una sinistra normale e obamiana

C’era scritto tutto nel libro di Andrea Romano, “Compagni di scuola”. La classe dirigente ex comunista, ex pidiessina, ex diessina del Partito democratico è antropologicamente inadeguata a guidare una sinistra moderna, liberale e credibile. No, they can’t, non possono farcela, non sono capaci. Se non si accetta questo dato di fatto ormai incontestabile, se non si tolgono una volta per tutte poltrone e distintivi agli ex ragazzi quarantenni di Berlinguer, se non si stacca definitivamente la spina ai compagni della chiesa che ha fallito, continueremo ad accanirci terapeuticamente su un corpo politico tenuto artificialmente in vita da quella gran suora misericordina di Silvio Berlusconi.

Walter Veltroni in realtà ci ha provato a far nascere un grande partito, è stato anche coraggioso all’inizio e ha fatto anche più di quanto ciascuno di noi avesse sperato e immaginato, liberandosi con una scrollata di spalle delle improponibili scorie neo, ex, post comuniste. L’aver cancellato i comunisti e i verdi dal Parlamento è uno dei grandi meriti storici di Veltroni, e per questo, fosse anche solo per questo, ha diritto di entrare nel Pantheon dei padri della patria, proprio lui che in passato ha provato a farci credere di non essere mai stato comunista. Non è andato fino in fondo, non è riuscito a sganciarsi dal dalemismo revanscista, una delle dottrine politiche meno coerenti e più inconcludenti della nostra recente storia politica.

Veltroni ha perso l’occasione della sua vita, malgrado fosse legittimato democraticamente dalle (finte) primarie popolari. Si è alleato, per affinità sviluppate nelle precedenti stagioni politiche, con quelli che l’Italia è una Repubblica fondata sulle manette, ridicolizzando fin dall’inizio l’idea di voler creare un nuovo partito moderno, liberale e di sinistra. E, non contento delle pedate che ha continuato a prendere da Antonio Di Pietro e dalla sua banda di volenterosi ammanettatori, si è impegnato nella più insensata delle battaglie politiche di tutti i tempi, peraltro perdendola, quella per eleggere alla commissione di Vigilanza sulla Rai nientedimeno che il padre di tutti i fondamentalismi giustizialisti degli ultimi vent’anni, Leoluca Orlando.

Ma la fine della segreteria Veltroni non è cominciata con la sconfitta con Berlusconi, ma il giorno dopo le elezioni. In natura, tranne Eugenio Scalfari, nessuno era davvero convinto che Veltroni potesse farcela contro il Cav. Era evidente che il Pd avrebbe perso e che il suo leader avrebbe dovuto cominciare una lunga traversata nel deserto per completare il processo di riforma della sinistra e della società italiana. Veltroni invece s’è fatto imbrigliare dalle grandi strategie elaborate da quella mente lucidissima di Massimo D’Alema, roba forte del tipo riallearsi con i comunisti o, perdinci, con Pier Ferdinando Casini, se non addirittura con l’ex costola della sinistra, cioè con la Lega, sulla base di una piattaforma programmatica che, parole di Marco Follini, avrebbe posto il Pd con i socialisti in Europa, con la Cgil in Italia e con Hamas in medioriente.

Veltroni s’è rifugiato nell’antiberlusconismo da cui lodevolmente si era liberato in campagna elettorale e in altre battaglie improbabili volte a parare i colpi di Di Pietro e D’Alema. La sconfitta del modello neoprodiano di Renato Soru è soltanto l’ultimo ed eclatante episodio del disastro, ma probabilmente è la vittoria di Matteo Renzi alle primarie di Firenze, contro i candidati espressi delle cariatidi di partito, a segnalare plasticamente la crisi del Pd. Una delle cose che si dice, ed è vera, è che il Partito democratico non sia riuscito a creare una sintesi politica dall’incontro tra l’anima socialdemocratica e quella cattolico-progressista delle sue componenti principali. Ma il caos di questi giorni non è stato creato dalla frattura tra ex comunisti ed ex democristiani, piuttosto da quella che il brillante blogger di sinistra Francesco Costa definisce “la guerra civile degli ex Ds”, quegli ex compagni di scuola berlingueriana che costituiscono il principale ostacolo alla nascita di una sinistra normale e obamiana.

di Christian Rocca su Il Foglio, 18 Febbraio 2009

di Christian Rocca

Tuesday, December 9, 2008

Moralismo storico?

...Il Pd non dovrebbe limitarsi a respingere con disprezzo le provocazioni di Berlusconi. Se una decente qualità tecnica e morale nelle amministrazioni costituisce una delle risorse residue del partito, qualsiasi incrinatura in questo patrimonio va considerato un'insidia grave, che genera inquietudine e tende a rendere meno credibili le rivendicazioni come quella espressa polemicamente da Veltroni nella manifestazione del Circo Massimo ("Il paese è migliore della destra che lo governa").

Edmondo Berselli, ieri su Repubblica

Thursday, December 4, 2008

It's all right

"In meno di un anno i risultati sono stati straordinari. La Summer School è stata un successo. La nostra tv sta andando benissimo. Il Circo Massimo è stato un trionfo. Abbiamo vinto le elezioni in Trentino e in Alto Adige. Abbiamo gioito per la vittoria di Obama, perché qui qualcuno aveva intuito che era uno straordinario seme di futuro. Siamo risaliti di 4 punti nei sondaggi mentre Berlusconi ha cominciato a cadere. Insomma, tutto stava andando per il meglio. Ho chiesto ai segretari regionali due giorni fa: cosa diavolo è successo in pochi giorni?".

Walter Veltroni su Repubblica

A chi scova tutte le forzature ottimistiche e le omissioni in questo testo in regalo un portachiavi di Topo Gigio.

Sunday, November 30, 2008

guarda caso proprio Sky (2)



Il post pubblicato ieri ha avuto un grandissimo successo di contatti, e quindi proviamo ad aggiornare ed approfondire l'argomento.

Paolo Romani, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni e da sempre uomo di riferimento per le materie televisive per Forza Italia, in questa intervista su Il Corriere ha detto in merito: «In tempi di crisi, era un atto dovuto e necessario. Esisteva una situazione di privilegio che non ha più ragion d'essere».
E poi ha così risposto alle domande del giornalista
:
Non crede però che una decisione del genere non possa essere presa da un governo presieduto dal proprietario della maggiore tivù commerciale italiana? Non le sembra logico che l'opposizione lamenti il conflitto di interessi? «Assolutamente no, perché è una decisione giusta e doverosa. Ci mancherebbe che il governo non potesse muoversi in questo settore, se si evidenzia un particolare squilibrio! Tra l'altro, voglio segnalare che anche Mediaset premium, sulle cui carte prepagate già si pagava l'Iva al 20%, subisce lo stesso aumento di Sky per quanto riguarda gli abbonamenti al digitale, dunque non c'è nessun vantaggio per nessuno».

A rimetterci comunque saranno gli abbonati
«Che hanno comunque, sempre, la possibilità di scegliere, visto che esistono televisioni a pagamento come esistono televisioni che si possono vedere gratuitamente».


Bene, se ci sono gli estremi per formalizzare il conflitto di interessi lo deciderà l'AGCM, mi preme sottolineare il fatto che l'art. 3 comma 1 della Legge n. 215/2004 si applica anche per omissione di atto dovuto, e il sottosegretario ci dice che questo è un atto dovuto; detto altrimenti, in caso di ritiro di tale intervento e se realmente sussistessero le condizioni di incompatibilità espresse dalla legge, anche l'omissione di questo atto sarebbe un conflitto di interessi.

Il dubbio principale che mi ostacola dal capire se conflitto di interessi c'è o meno, sta nel capire se i benefici per colui che è incompatibile sono diretti e specifici o meno. Ma dalle parole del sottosegretario sembra che ci sia una forte sostituibilità tra beni: "
la possibilità di scegliere, visto che esistono televisioni a pagamento come esistono televisioni che si possono vedere gratuitamente", configurando così un unico mercate rilevante; se così fosse il conflitto di interessi potrebbe essere ancora più dimostrabile. Gli analisti AGCM faranno le loro simulazioni econometriche e magari vi terrò aggiornato, comunque resta il fatto che questo potrebbe divenire un case study sul conflitto di interessi molto interessante.

Il Partito Democratico ribadisce che c'è un palese conflitto d'interessi, dato che tale intervento non riguarda Mediaset e che contrariamente a quanto successo in passato stavolta Silvio Berlusconi non ha nanche rinunciato a votare la norma uscendo dal Consiglio dei Ministri.
Giovanna Melandri, ministro delle Comunicazioni nel governo ombra (non lo sapevo, ne prendo atto con molte perplessità che ho già espresso tempo fa!) ha affermato: "Con la norma anti Sky il governo ha compiuto in un colpo solo due gravi errori. Ha di fatto creato una tassa di 80 euro a quasi cinque milioni di famiglie, smentendo clamorosamente l'intento sbandierato di non imporre nuove imposte, e ha di fatto certificato ancora una volta il suo disprezzo nei confronti di qualsiasi logica di rispetto del mercato".

Non so come finirà, ma ha ragione Bersani quando dice che dai lavori parlamentari si vedrà chi avanzerà delle perplessità e chi no, ovvero chi è un liberale e chi no.

Saturday, November 29, 2008

Il liberale illiberale (numero 4): "guarda caso proprio Sky"




L'art. 3 comma 1 della Legge n. 215/2004 recita che: "Sussiste situazione di conflitto di interessi ai sensi della presente legge quando il titolare di cariche di governo partecipa all'adozione di un atto, anche formulando la proposta, o omette un atto dovuto, trovandosi in situazione di incompatibilità ai sensi dell'articolo 2, comma 1, ovvero quando l'atto o l'omissione ha un'incidenza specifica e preferenziale sul patrimonio del titolare, del coniuge o dei parenti entro il secondo grado, ovvero delle imprese o societa' da essi controllate [...] con danno per l'interesse pubblico."
L'art. 2 comma 1 a cui si rimanda dice che: "Agli effetti della presente legge per titolare di cariche di governo si intende il Presidente del Consiglio dei ministri, i Ministri, i Vice Ministri, i sottosegretari di Stato e i commissari straordinari del Governo di cui all'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400."
Per completezza riporto anche l'art. 1 della medesima legge: "I titolari di cariche di governo, nell'esercizio delle loro funzioni, si dedicano esclusivamente alla cura degli interessi pubblici e si astengono dal porre in essere atti e dal partecipare a deliberazioni collegiali in situazione di conflitto d'interessi."

Dunque cosa ha fatto Silvio?

Nel pacchetto anticrisi varato ieri dal governo ha raddoppiato dell'Iva sugli abbonamenti PayTv. Decisione che ha fatto infuriare la tv di Murdoch (in foto), leader in Italia nel settore. Con tanto di nota ufficiale dell'amministratore delegato di Sky Italia Tom Mockridge dice: "In una fase di crisi economica i governi lavorano per trovare una soluzione che aumenti la capacità di spesa dei cittadini e sostenga la crescita delle imprese con l'obiettivo di generare sviluppo e nuovi posti di lavoro. Ad esempio, questa settimana, il primo ministro inglese Gordon Brown ha annunciato una riduzione dell'Iva dal 17,5% al 15%. Ieri invece il governo italiano ha annunciato invece una misura che va nella direzione opposta: il raddoppio dell'Iva sugli abbonamenti alla pay-tv dal 10 al 20%".
Inoltre, prosegue, "Sky oggi dà lavoro direttamente ad oltre 5000 persone e ad altre 4000 nell'indotto, più del triplo del totale dei dipendenti sommati di stream e tele+ nel 2003. Con la decisione annunciata ieri le tasse generate grazie agli abbonati di Sky cresceranno a 580 milioni di euro, una crescita evidentemente in contrasto con l'affermazione del governo che questo pacchetto 'sostiene lo sviluppo delle imprese'".
Dunque, puntualizza, "deve essere chiaro che questo provvedimento è un aumento delle tasse per le oltre 4.6 Milioni di famiglie italiane che hanno liberamente scelto i programmi di Sky. Informeremo immediatamente i nostri oltre 4,6 milioni di abbonati di questa decisione del governo di aumentare le loro tasse, affinchè in questi tempi difficili abbiano chiaro che cosa sta accadendo alla loro capacità di spesa".

Ma il provvedimento non è piaciuto neppure al Partito democratico, che denuncia il palese conflitto d'interessi. "Il raddoppio dell'Iva per la tv a pagamento inserito a sorpresa nel decreto anti crisi del governo ha tutta l'aria di un blitz contro Sky, il principale concorrente privato di Mediaset", denuncia Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd. "L'azienda di proprietà della famiglia Berlusconi - aggiunge - non è infatti coinvolta dall'aumento visto che la norma del 1995 abrogata ieri riguarda solo la tv via satellite e via cavo. L'eventuale coinvolgimento di Mediaset sarebbe comunque insignificante perché relativo non alle carte prepagate del calcio ma soltanto agli abbonamenti mensili per alcuni canali digitali. In pratica, anche se fosse vero questo coinvolgimento, sarebbe infinitesimale".
E all'attacco va anche il ministro ombra dell'Economia Pierluigi Bersani. "L'onorevole Berlusconi - si chiede ironicamente - era presente al Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto anti crisi? In quel decreto c'è una tassa sulla pay-tv che pagheranno milioni di famiglie e che pesa uno per le aziende del presidente del Consiglio e cento per un suo concorrente". "Benché ci si siamo ormai abituati a tutto - aggiunge Bersani - voglio credere che una simile stortura del mercato non passi inosservata. Sarà una buona occasione per sapere quanti liberali ci sono in Parlamento".


Fonte legislativa da AGCM
Fonte notizia da Repubblica

p.s.: rammento che nel 2001 si vociferava che Silvio stesse vendendo proprio Mediaset a Murdoch.

Wednesday, October 29, 2008

Tuesday, October 28, 2008

I wunderkinder

Goffredo Bettini ha detto ieri al Riformista che nel PD ci sono “decine di ragazzi e ragazze straordinari, gente fresca e appassionata che sta facendo la gavetta e non va fatta invecchiare mentre prosegue un dibattito interno che ha gli stessi protagonisti da quasi vent’anni”. A parte il quasi, mi pare che l’analisi sia interamente condivisibile. Con una sola, decisiva, precisazione.
A queste decine di ragazzi non va dato spazio: se lo devono prendere. Altrimenti va a finire che la palingenesi si trasforma nel solito lifting: quattro giovanotti cooptati in Direzione, ciascuno incatenato mani e piedi al suo senior di riferimento.
E’ questa la logica che Giulia Innocenzi ha spezzato con la sua coraggiosa candidatura alla guida dei giovani del PD. Ed è questo anche il ragionamento che sta alla base della candidatura di Matteo Renzi alle primarie di Firenze.
Renzi è un enfant prodige della politica italiana. A 29 anni è stato eletto Presidente della Provincia di Firenze. Per quattro anni ha lavorato con serietà e competenza, aggregando intorno a se un gruppo di ragazzi di quelli che piacciono a Bettini. Avrebbe potuto prendere il numeretto e mettersi in coda come tanti altri. Aspettare che l’apparato decidesse che era arrivato il suo turno. Nel frattempo, in Provincia non si sta mica tanto male: la sede è Palazzo Medici-Riccardi, costruito da Cosimo il Vecchio e affrescato da Benozzo Gozzoli...
Renzi, pero’, ha fatto una scelta diversa. Contro il parere di tutti i suoi padrini – perfino di quelli che gli vogliono bene – ha deciso di candidarsi. O la va o la spacca. Se la spacca, in fondo, non c’è solo la politica. Si puo’ anche tornare nel privato (dove, almeno in teoria, si guadagna meglio e ci si stressa di meno).
La partita è tutt’altro che scontata. In corsa contro Renzi ci sono diversi pesi massimi. Ne ha dato conto l’Espresso di questa settimana: innanzitutto c’è Graziano Cioni, assessore della giunta Domenici, “da vent’anni deus ex-machina di Palazzo Vecchio”; poi c’è Daniela Lastri, “dalemiana o almeno legata a Livia Turco, che strizza l’occhio a sinistra”.
Infine c’è il responsabile esteri del PD nazionale, Lapo Pistelli. Una candidatura qualificata e innovativa, che ha l’unico difetto di provenire dall’alto, più che dal territorio.
Renzi ha aperto la sua campagna con una mega-adunata al Palasport che ha fatto storcere la bocca a molti. Millecinquecento persone, il palco da convention d’oltreoceano, i flash dei fotografi: ma chi si crede di essere? Un berluschino di sinistra? L’Obama del Lungarno?
Ogni volta che qualcuno rompe le uova nel paniere dei numeretti da farmacia, viene accusato di alto tradimento. “Le primarie servono a lanciare il candidato sindaco – ha detto sempre all’Espresso un anonimo boss locale – se uno la spunta per mille voti è una catastrofe!”. E perché mai, di grazia?
Possibile che il PD sia sempre alla ricerca di percentuali bulgare? Negli Stati Uniti, la competizione forsennata tra Hillary Clinton e Obama ha fatto crescere a dismisura la partecipazione popolare alle primarie democratiche. Non era mai capitato che a votare andassero cosi tante persone, under 30 in primis.
Al di là delle loro qualità specifiche, il pregio degli outsider è che alzano il livello della competizione. Costringono anche i notabili a rimettersi in discussione. Sollevano temi che, altrimenti, sarebbero rimasti nell’ombra. E’ di questo cha ha bisogno il PD del post-Circo Massimo. Di un confronto a tutto campo che faccia a pezzi i tabù del passato: il più fragorosamente possibile.
La verità è che ci sono due modi di attraversare il deserto. Il primo è quello classico della sinistra italiana: il bagno di purezza, il ritorno alle radici. In questo caso si abbassa il palco verso la piazza (come ha osservato Filippo Ceccarelli a proposito del Circo Massimo), ci si rifugia nell’unanimismo e si chiede alla base di perdonare i peccati di realismo compiuti mentre si stava al governo.
In questo caso, i Renzi e le Innocenzi non servono a nulla. Sono dei rompiballe che rischiano di spezzare l’incantesimo della ritrovata compattezza anti-berlusconiana, anti-fascista, anti-razzista e chi più ne ha più ne metta.
L’alternativa è quella di impiegare gli anni dell’opposizione per abbattere gli idoli che hanno fatto del centro-sinistra una minoranza strutturale nel Paese e una razza in via d’estinzione nelle sue regioni più ricche e dinamiche.
Se si decide di seguire questa strada, servono altri mille Renzi e altre mille Innocenzi. E serve che i wunderkinder individuati da Bettini smettano di aspettare il loro turno e comincino a farsi avanti senza aspettare il cartoncino d’invito.

Giuliano Da Empoli

Saturday, October 25, 2008

25 ottobre 2008. "Pensare agli altri oltre che a se stessi"


"E' piu' di quanto ci aspettassimo". Così il segretario del Pd, Walter Veltroni, arrivando alla testa del corteo che e' appena partito da piazza della Repubblica.
50 treni speciali e 1000 bus stracolmi da ogni parte d'Italia (anche 18 ore di viaggio), tanti giovani, tante donne, tante lingue, il sito YouDem.tv (che trasmette la diretta) è bloccato per eccesso di accessi.
Una manifestazione bella, democratica e pacifica.

Tuesday, October 14, 2008

Era un anno fa


Un anno fa nasceva il PD, grazie a 3 milioni e mezzo di persone che hanno partecipato alle Primarie (lo strumento caratterizzante del partito nuovo).

Thursday, October 2, 2008

E' bene che il canale resti aperto

Tuttavia, pur con tutti i limiti nella gestione pratica e in qualche caso nell’impostazione, le primarie sono un elemento di superiorità democratica che il Pd può vantare sulle formazioni concorrenti. Rappresentano un’apertura ai cittadini elettori, che hanno la possibilità di influire direttamente sulle scelte, il che non accade almeno per ora per esempio nel costituendo Popolo delle libertà. Se poi gli elettori sapranno e vorranno utilizzare questi spazi, eventualmente anche in contrasto con le scelte d’apparato, ancora non si sa. Comunque è bene che il canale resti aperto, perché anche un eventuale insuccesso di partecipazione alle consultazioni interne sarebbe un segnale ineludibile per il gruppo dirigente. Le primarie non bastano a riannodare i legami con il territorio spesso sfilacciati, ma rappresentano comunque uno strumento in più, che deve essere perfezionato, ma per potenziarlo.


Il Foglio, 01 Ottobre 2008, ****

Friday, September 26, 2008

Thursday, September 18, 2008

Autolesionisti

Zitti zitti, nel Pd sono davvero molti i dirigenti convinti che il modo migliore per garantire una rapida ed efficiente successione all’attuale segreteria del partito sia quello di confidare in una progressiva autodissoluzione della leadership di Veltroni. Ma a tutti coloro che in questi giorni si nascondono dietro agli errori commessi dal segretario verrebbe da dire di fare attenzione, perché il rischio che i peggiori nemici di W. si trasformino anche nei peggiori nemici del Partito democratico è un rischio tutt’altro che da sottovalutare.
E’ evidente che, per tutti quei leader che in silenzio si stanno autocandidando alla successione all’ex sindaco di Roma, auspicare il logoramento di Veltroni potrebbe persino rivelarsi (almeno dal punto di vista personale) una tattica efficace per non farsi trovare impreparati di fronte a un clamoroso flop alle prossime elezioni europee. Rendere però esplicite le linee politiche alternative presenti nel Pd sarebbe, a questo punto, l’unico modo per far respirare il progetto politico del maggior partito dell’opposizione, e per questo non dovrebbe essere così difficile per politici – ad esempio – come D’Alema, Bersani o Letta comprendere che, per chi già si trova su una zattera malconcia, può essere molto pericoloso considerare risolutiva, e persino liberatoria, una prossima tempesta elettorale. Dunque, se nel Pd esistono delle visioni alternative, bene, che vengano fuori: altrimenti il rischio è quello di fare la figura non soltanto degli autolesionisti ma un po’ anche dei vigliacchetti.

Friday, August 15, 2008

Storie di PD e PDL

Oggi leggo su Il Corriere che il PD di Varese (roccaforte leghista) ha aperto una linea telefonica per i cittadini: tu chiami e il politico (dal consigliere al Parlamentare) viene a casa tua per confrontarsi e parlare con te. Sembra che stia avendo successo...


Su La Repubblica invece si legge che Catania, amministrata da 8 anni dal Centro Destra, sia sull'orlo del Crack finanziario: "Novecento milioni di debiti ha il Comune, 16 milioni li deve alla società che gestisce l'illuminazione pubblica, e tratti del centro storico sono al buio, da mesi. In via dei Corridoni, di fronte alla casa del "viceré" Lombardo, l'illuminazione è data dalle insegne dello storico cinema Odeon. I fornitori sono inferociti: aspettano 140 milioni. Le cooperative sociali non pagano gli stipendi da mesi. Perfino le edicole non forniscono più i giornali. Le librerie non accettano i buoni libri. Senza benzina i vigili [...] Il sindaco Raffaele Stancanelli (An), intanto ha speso 300 mila euro - presi da chissà dove - per due stabilimenti balneari sulla spiaggia di piazza Europa. Li hanno subito sequestrati. Erano abusivi".

Sunday, July 13, 2008

Salva l'Italia






Friday, July 11, 2008

"Lodato" sii, o mi Signore SB


"In 48 ore si è discussa ed approvata una legge per una sola persona mentre da 6 anni non è stata approvata una legge per anziani non autosufficienti. Appare singolare che in un paese lento in 48 ore si approva una legge che serve ad una sola persona, dimostrando la distanza con il paese reale"

Walter Veltroni ******

p.s.: il governo ha modificato radicalmente la cosiddetta norma 'blocca-processi': sparisce quindi l'automatismo della sospensione di un anno dei processi per reati commessi entro il giugno 2002.
Il capogruppo del Pd alla Commissioe giustizia, Donatella Ferranti, spiega: "Stamattina la maggioranza ha compiuto un clamoroso passo indietro. Questa vergogna che avrebbe avuto effetti dirompenti nell'ordinamento giudiziario viene finalmente fermata, ma questo accade all'indomani dell'approvazione del cosiddetto Lodo Alfano a dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, che era stato tutto architettato per mettere al riparo il premier dai suoi problemi giudiziari". Più tardi Veltroni dirà che quanto successo oggi a Montecitorio è la conferma che "il provvedimento era stato pensato per venire incontro agli interessi di una sola persona". Interpretazione identica a quella fornita dall'Idv. "Abbiamo la dimostrazione - ha commentato il capogruppo alla Camera Massimo Donadi - che l'Italia dei valori aveva ragione: il premier era pronto a mandare all'aria centomila processi per salvare se stesso. Berlusconi ha ottenuto il riscatto e cioè la 'porcata', il lodo Alfano, e adesso, forse, messosi in salvo lui, lascia libera la giustizia".

Thursday, July 3, 2008

Berlusconi è tornato, più sfacciato che mai

L’abbronzato primo ministro italiano è accusato di dare la caccia ai Rom e di sfuggire ad accuse di corruzione assicurandosi l’immunità giudiziaria. Tuttavia trova il tempo per suggerire parti per le sue attrici preferite. Ed Vulliamy scrive da Roma.

Sfrontato, sfacciato, abbronzato e felice, Silvio Berlusconi ha ricordato all’Italia e al mondo che è tornato con una vendetta da compiere e sta facendo quello che i suoi critici considerano la sua più grande abilità: governare il bel paese per i propri interessi.

Mentre i capi delle comunità ebraica e cattolica dicono che il clima d’ostilità verso gli immigrati e le norme per le impronte digitali ai bambini Rom ricordano i giorni bui del fascismo, Berlusconi è stato pizzicato mentre telefonava ai dirigenti della RAI per accertarsi che le sue “fanciulle” - come lui chiama le sue attrici e ballerine favorite, e soprattutto una che lo assilla - riescano ad avere i ruoli da loro desiderati nelle soap opera televisive. “Sono tutte Marilyn Monroe” ha garantito ad un produttore.

Mentre la gente che lo ha eletto a marzo continua a dichiarare che le priorità da affrontare sono le stesse di sempre: salari, tasse e pensioni - Berlusconi sta approfittando del suo incarico per sferrare l’attacco finale nella sua battaglia più lunga e più sentita: la lotta contro il sistema giudiziario italiano. “Qualcuno tra loro mi vorrebbe vedere così” ha canzonato durante un discorso al teatro di Roma Renzo Piano, mimando le manette ai polsi e chiamando i giudici “un cancro nella nostra democrazia”. Con Berlusconi, certe provocazioni fanno parte del gioco. Fra i sostenitori dell’opposizione e nei mezzi di comunicazione, gli eventi degli ultimi giorni hanno ispirato riferimenti dolorosi ad un film i due anni fa, Il Caimano, nel quale Nanni Moretti interpreta un attore nei panni di un Berlusconi condannato alla prigione, che, nonostante ciò, riesce ad uscire libero dal tribunale mentre la folla aggredisce i giudici lanciando loro di tutto, compresa una Molotov.

Il suo efficiente governo ha deciso venerdì di garantire alla sua carica di Primo Ministro - e altre massime cariche dello Stato - immunità giudiziaria, iniziando una battaglia tra Berlusconi e la Magistratura per evitare di essere processato e una condanna per corruzione. Un’altra legge ancora mira a sospendere per un anno i processi per reati finanziari commessi prima del giugno 2002, che potrebbero potenzialmente sviare le accuse di corruzione per Berlusconi, come è già accaduto tante altre volte. Nel frattempo, il governo di Berlusconi continua ad insistere sullo stretto controllo di uno dei principali mezzi d’indagine dei magistrati, le intercettazioni, e delle rivelazioni passate alla stampa.

Il 18 giugno il Senato ha approvato misure per ridurre l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche, con pene detentive per i giornalisti che le pubblicano. Quella mossa preventiva si è rivelata però drammaticamente inutile quando una rivista, l’Espresso, ha pubblicato la scorsa settimana una serie di intercettazioni davvero comiche in cui non solo lo stesso Berlusconi, ma anche alcuni tra i suoi più stretti alleati e leader dell’opposizione fanno apparentemente pressione sui dirigenti RAI per assegnare parti alle loro attrici favorite.

I giudici che indagano su un dirigente RAI per corruzione hanno scoperto un via-vai di chiamate da parte di politici di ogni schieramento che frequentano attrici - perfino quelle signore che saltellano in TV in prima serata, una caratteristica particolare dell’Italia introdotta da Berlusconi - e che cercano di assicurare loro ruoli televisivi. L’intervento di Berlusconi, fatto quando era il leader dell’opposizione, è accorato. Il Primo Ministro è stato registrato mentre cercava una parte per un’avvenente bionda di nome Antonella Troise, della quale dice al dirigente RAI: ‘Quella pazza si è messa in testa che io la odio e che le ho bloccato la carriera artistica, perciò fammi questa cortesia perché sta diventando pericolosa.’

Nella telefonata al produttore Guido de Angelis, Berlusconi dice: ‘Senti, per le fanciulle mie ti ringrazio: le avete collocate tutte quelle che vi ho dato? Vuoi delle dive? Sono tutte Marilyn Monroe!’ ‘Più simile a Mata Hari’ risponde il produttore. ‘Guido’ Berlusconi replica ‘propongo Madre Teresa di Calcutta, così imparano.’

Non è Berlusconi l’unico a essere coinvolto. Il suo primo consigliere, Gianni Letta, voleva una parte per una signora in una serie chiamata Un Posto al Sole, e pure il suo alleato storico, Fedele Confalonieri, ha telefonato in RAI - così come il campione di centro-sinistra Rutelli (stracciato alle recenti elezioni a sindaco di Roma da un candidato neo-fascista) il quale richiedeva una parte per una conoscente, Maria Scicolone, in un film sulla famiglia di Sophia Loren.

Invece di arrossire davanti all’assurdità di questi scambi e i sistemi di influenza che vengono così a galla, Berlusconi e il suo governo hanno attaccato la magistratura e la sua manipolazione delle intercettazioni e dei media per ‘fini politici’, esigendo modifiche ‘estremamente urgenti’ alla legge sulle intercettazioni. Di conseguenza le attricette e le loro presunte parti sono diventati un’altra causa celebre per Berlusconi nella lotta ai suoi nemici nella professione legale.

Le cause dell’aggressività di Berlusconi sono molteplici, ma la più urgente è l’attuale accusa di ‘corruzione giudiziaria’ assieme a David Mills, ex marito del Ministro delle Olimpiadi Britanniche, Tessa Jowell, secondo la quale lui avrebbe pagato a Mills una tangente di 600000 dollari in cambio di falsa testimonianza. Dal 1981 Mills, avvocato, ha sviluppato una rete di compagnie offshore per conto della compagnia principale di Berlusconi, Fininvest. Ambedue negano ogni accusa e illecito.

I giudici di Milano dicono che sono prossimi alla conclusione e potrebbero raggiungere un verdetto prima della fine dell’estate (anche se un’altra accusa di riciclo di denaro sporco contro i due sta per essere insabbiata, ancora una volta per decorrenza dei termini). E così la battaglia, iniziata apertamente con l’entrata in politica di Berlusconi nel 1993, continua. In quel periodo, l’Italia era alla fine di un periodo anomalo durante il quale un’intera classe politica venne messa sotto un’inchiesta chiamata Mani Pulite.

I magistrati si stavano avvicinando al suo impero, costituito da mass-media e l’impresa Fininvest, e alle sue connessioni con politici di rilievo. Poi, con una mossa che ha trasformato la politica del paese, Berlusconi formò il suo partito Forza Italia e riempì il vuoto lasciato al vertice e vincendo le elezioni nel 1994.

L’iniziatore di Mani Pulite, il giudice Antonio Di Pietro, ha detto venerdì, a proposito dello scandalo delle intercettazioni: ‘Qui la questione non è che il Primo Ministro venga preso di mira da una rivista, ma è il comportamento di un proprietario di televisioni a cui capita di essere Primo Ministro e di intercedere per chiedere favori. Se questo non è un conflitto di interessi, non so allora cos’è.’

Per quanto riguarda il pacchetto immunità, Di Pietro ha lanciato un appello per la raccolta di firme nelle strade e nelle piazze per un referendum su questa legge, con l’intento di abolirla per plebiscito. ‘Berlusconi sarà furbo, ma io non sono stupido’ ha detto. Nel frattempo, il vice-presidente della Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino ha condannato la sospensione dei processi, definendola un’ ‘amnistia occulta’.

Avendo eletto Berlusconi, il pubblico italiano non condivide le sue ansie in materia di legge. Sondaggi recenti mostrano le solite preoccupazioni rispetto ai salari e alle pensioni, con solo il 3,4% interessato alla magistratura. Le sue politiche anti-immigrazione sono popolari, con una larga maggioranza in favore della demolizione dei campi Rom attorno a Roma e altre città.

Tuttavia, il nuovo clima e la proposta di raccogliere le impronte digitali dei bambini Rom, hanno provocato le condanne dell’associazione cattolica Caritas, dell’Unicef e di Amos Luzzatto, una volta a capo dell’Unione delle Comunità Ebraiche, il quale ha detto che la manovra ricorda i ‘giorni in cui non potevo andare a scuola e gli altri mi indicavano dicendo: “Guarda mamma, è un ebreo”. Questo paese ha perso la memoria.’ Ma le sensibilità degli immigrati in Italia sono l’ultimo dei pensieri di Berlusconi.

*****

The Guardian (29 Giugno 2008)
Vedi l'artiolo originale (in inglese) qui


p.s.: Facebook mi ricorda che oggi Walter compie 53 anni. Auguri

Tuesday, July 1, 2008

Uccidere il padre e il fratello primogenito

"Il fatto è che, come dice Cuperlo, dopo la svolta dell’89 il partito ha rimosso il tema del conflitto interno per paura della scissione. In poche parole il dibattito interno è morto. Così D’Alema non lavora dentro il partito per trascinarlo verso le sue idee, ma fonda i Reds e va a chiacchierare delle cose sue altrove. Se tutti lo facciamo, sto dibattito, lontano dal cuore del partito, più che un parricidio è un suicidio di massa.

Non basterà comunque uccidere il padre. Bisognerà uccidere anche il fratello primogenito, quel giovane cooptato che è messo lì a dire che il ricambio c’è"

Cristiana Alicata *****

Sunday, June 22, 2008

Pasquale!



«Dicono che seppure dopo due mesi questa volta Veltroni abbia riconosciuto la sconfitta. Quale riconoscimento? Al massimo la sua è stata l'inevitabile presa d'atto della sconfitta elettorale. Nulla ci ha detto invece sulla sconfitta politica, niente su Roma, sulla Sicilia, sulle altre amministrative, che dalla Sardegna alla Val d'Aosta sono state anch'esse un disastro: ci ha detto di più sulla sconfitta delle amministrative del 2007. Mi sembrava di essere nella gag di Totò. Veltroni è così: pensa che gli schiaffi che gli han dato gli elettori siano sempre diretti al governo Prodi. E in questo modo siamo arrivati al ridicolo di un Pd che continua a presentarsi come partito a vocazione maggioritaria, mentre in Sicilia prende il 12,5 per cento».

Stralcio dell'intervista ad Arturo Parisi

Saturday, June 21, 2008

PD,SB e V3-Day

La "maggioranza" è andata di nuovo sotto. Questa volta non sulla fauna selvatica ma sul problema rifiuti.

Immaginate cosa potrebbe succedere se il PD avesse una linea chiara, o addirittura di Opposizione netta...

Berlusconi torna a farsi leggi ad personam, ad accusare la Magistratura e a giurare sui suoi figli.

p.s.: Berlusconi al Vescovo: "Comunione ai divorziati, quando cambiate le regole?". Risposta del Vescovo a Berlusconi:"Lei che può, si rivolga a chi è più in alto di me"