Sunday, August 31, 2008

5 miliardi di Euro ad un dittatore terrorista anti-italiano anti-occidentale pseudo-comunista.




Gli italiani pagheranno alla Libia 5 miliardi di Euro spalmati in 25 anni. Sono questi i termini dell'accordo tra Berlusconi e Gheddafi.

Alcune note storiche (riprese da Wikipedia) sul Colonnello Gheddafi che forse sono sfuggire al Cavaliere Berlusconi, e che mi permetto di rimarcare nel testo.

Muammar Gheddafi è di fatto la massima autorità del Paese, pur non avendo alcun incarico ufficiale e fregiandosi soltanto del titolo onorifico di Guida della Rivoluzione. Fu la guida ideologica della rivoluzione che il 1° settembre 1969 portò alla caduta della monarchia del re Idris.

Egli nazionalizzò la maggior parte delle proprietà petrolifere straniere, espropriò ed espulse la comunità italiana residente nel paese, chiuse le basi militari statunitensi e britanniche
La politica della prima parte del governo Gheddafi ha i suoi principi politici e filosofici esposti nel Libro verde. Il titolo prendeva spunto dal colore della bandiera libica, che infatti è completamente verde, e che richiama la religione mussulmana, dato che verde era il colore preferito di Maometto ed il colore del suo mantello. Tra le riforme effettuate da Gheddafi in questo periodo, ricordiamo la restaurazione della Sharīʿa (la legge religiosa che deriva direttamente dal Corano e dalla Sunna).

Fra le primissime iniziative del governo di Gheddafi vi fu l'adozione di misure sempre più restrittive nei confronti della popolazione italiana che ancora viveva nella ex colonia, culminate col decreto di confisca del 21 luglio 1970 emanato per "restituire al popolo libico le ricchezze dei suoi figli e dei suoi avi usurpate dagli oppressori". Gli italiani furono privati di ogni loro bene, compresi i contributi assistenziali versati all'INPS e da questo trasferiti in base all'accordo all'istituto libico corrispondente, e furono sottoposti a progressive restrizioni finché non furono costretti a lasciare il Paese entro il 15 ottobre del 1970. Dal 1970, ogni 7 ottobre in Libia si celebra il “
giorno della vendetta”, in ricordo del sequestro di tutti i beni e dell’espulsione di 20.000 coloni italiani.

In politica estera, egli finanziò l'
OLP di Yasser Arafat nella sua lotta contro Israele. Sempre in questo periodo, e per molti anni, Gheddafi fu uno dei pochi leader internazionali che continuarono a sostenere i dittatori Idi Amin Dada e Bokassa (quest'ultimo però soltanto nel periodo in cui si dichiarò islamico).

Gheddafi ebbe una svolta politica negli anni Ottanta: la sua indole anti-israeliana e anti-americana lo portò a sostenere gruppi affini al terrorismo internazionale, quali per esempio l'irlandese IRA ed il palestinese Settembre Nero. Fu anche accusato dall'intelligence statunitense di aver organizzato degli attentati in Sicilia, Scozia e Francia. Si rese anche responsabile del lancio di un missile contro le coste siciliane, fortunatamente senza danni. Divenuto il nemico numero uno degli Stati Uniti d'America, egli fu progressivamente emarginato dalla NATO. Inoltre, il 15 aprile 1986, Gheddafi fu attaccato militarmente per volere del presidente statunitense Ronald Reagan: il massiccio bombardamento ferì mortalmente la figlia di Gheddafi, ma lasciò indenne il colonnello.

Il 21 dicembre del 1988 esplodeva un aereo passeggeri sopra la cittadina scozzese di Lockerbie: perirono 270 persone e prima dell'
11 settembre 2001 è stato l'attacco terroristico più grave. L'ONU attribuì la Libia la responsabilità di questo attentato aereo e chiese al governo di Tripoli l'arresto di due suoi cittadini accusati di esservi direttamente coinvolti. Al netto ed insindacabile rifiuto di Gheddafi, le Nazioni Unite approvarono la Risoluzione 748, che sanciva un pesante embargo economico contro la Libia, la cui economia era già in fase calante.