Thursday, November 6, 2008

Fausto Raciti, dichiarazione di intenti

Vittorio Foa, nell’ultimo giorno del secolo scorso, alla richiesta di quale risposta avrebbe dato ad un giovane che chiedeva della Sinistra, rispondeva che era meglio non descriverla, perchè probabilmente non ci avrebbe creduto, ma sarebbe stato più opportuno proporgli di cercarla insieme.

Noi pensiamo.

Noi vogliamo una giovanile costruita dalle idee libere, dalle passioni sincere, dagli interessi più vari, dai sogni meravigliosi di una generazione che vuole cambiare. In una parola: noi pensiamo.
E vogliamo che le nostre elaborazioni, i sogni e i progetti di questa nuova comunità nascano come realtà possibili e raggiungibili.

Siamo cresciuti in un decennio che ha visto le forze riformiste, per due volte, guidare l’Italia. Ci siamo interrogati sulle potenzialità e sui limiti di quella stagione politica e abbiamo vissuto la nascita del Partito Democratico come la grande speranza per continuare quel percorso, per cambiare il Paese.

Riallacciare il filo del discorso tra i Democratici e le giovani generazioni. Ecco il nostro scopo. Aiutare il Partito Democratico a farsi popolo.

Nel nostro essere democratici c’è l’ambizione di chi vuole trasformare l’Italia in un paese aperto, dinamico e giusto.

Dovunque viviamo è poco il tempo che ci divide dall’Europa. In un’ora possiamo andare in paesi dove alle giovani generazioni è permesso vivere in un contesto aperto e capace di far sviluppare le potenzialità di tutti.

Partendo da questa constatazione, proponendo la questione generazionale come priorità dell’azione politica dei riformisti, sentiamo di doverci impegnare nel dare vita ad una grande e autonoma organizzazione giovanile dei Democratici. Lo facciamo per costruire una comunità politica capace di farci correre nei problemi del domani, perchè il futuro diventi la bussola del nostro agire.

L’autonomia non è una scelta ma una necessità, essendo l’unico vero strumento per rappresentare la nostra generazione e rifuggire da logiche di cooptazione e di selezione casuale, educandoci, di fatto, a non rappresentare solo noi stessi.

Le giovani generazioni non rappresentano una classe o un determinato gruppo sociale. Sono anzi una realtà plurale e spesso sotterranea. E’ senza dubbio difficile oggi riuscire a dare una determinata rappresentanza a quella fascia di età che va dai 14 ai 29 anni che si trova a vivere in una società in continua evoluzione ed altamente frammentata. Ed è proprio per questo che i giovani democratici che immaginiamo, e per cui spenderemo noi stessi, devono essere un’organizzazione d’attacco, capace di stare tanto nelle scuole e nelle università, quanto nei luoghi di lavoro e nelle periferie. Saremo forti solo se rappresentativi di queste realtà e non di dinamiche che con giovani non hanno nulla a che fare.

Noi vogliamo rappresentare quegli studenti che vanno avanti solo con le proprie capacità, che evitano quelle scorciatoie di conoscenze e di benefici, e che con sacrificio completano con successo il proprio percorso scolastico tra mille difficoltà. Sono quelli che ogni mattina si svegliano all’alba e devono fare chilometri per poter andare a scuola. Quelli che studiano percorsi didattici vecchi di cinquant’anni come le scuole dove stanno.

Noi vogliamo rappresentare quegli universitari che attraverso il merito e il talento ridaranno speranza al futuro del nostro paese e che, allo stesso tempo, sono costretti a lavorare in nero per poter permettersi gli studi. Sono quelli che si trovano a fare i conti con il boom dei corsi di studio e con l’assenza di case dello studente. Sono quelli che lottano contro il numero chiuso e per costruire una vera cittadinanza universitaria.

Noi vogliamo rappresentare quei ricercatori che vorrebbero tornare in Italia ma che sono costretti a rimanere lontani e portare le loro competenze altrove. Sono quelli che scoprono le nuove frontiere della biotecnologie o i software che fanno girare i nostri computer.

Noi vogliamo rappresentare quei lavoratori che ogni giorno rischiano la vita. Perchè in Italia il lavoro non è un diritto ma un privilegio. Noi ci candidiamo a rappresentare quei giovani che ogni giorno devono fare i conti con un lavoro precario o inesistente. Sono quelli che non riescono a pagare le bollette e l’affitto, sono quelli che per questo restano a casa con mamma e papà fino a 35 anni.

Noi vogliamo rappresentare tutte le nuove forme di affettività. Perchè sono in troppi senza diritti.

Noi vogliamo rappresentare il diritto di chi verrà dopo di noi. Quello di vivere in un mondo sostenibile, dove tutti abbiano la consapevolezza che nulla è infinito e tutto è precario.

Noi vogliamo rappresentare tutte quelle ragazze e quei ragazzi che vivono nel nostro paese o ci sono nati. Perchè la cittadinanza è per tutti.

Noi vogliamo rappresentare tutti quei giovani che vogliono la pace e per questo la preparano. Sono quelli che aiutano i più deboli e che marciano da Perugia ad Assisi per esportare la solidarietà, l’uguaglianza e i diritti umani.
Noi vogliamo un’Italia aperta, dove tutti abbiano gli stessi diritti. Perchè un ragazzo non può essere discriminato per il colore della sua pelle, per il suo credo religioso, per il suo orientamento sessuale.
Noi vogliamo rappresentare chi vuole immaginare, costruire e vivere liberamente il proprio progetto di vita. Perchè questa è la sfida della nostra generazione.