Sunday, November 30, 2008

guarda caso proprio Sky (2)



Il post pubblicato ieri ha avuto un grandissimo successo di contatti, e quindi proviamo ad aggiornare ed approfondire l'argomento.

Paolo Romani, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni e da sempre uomo di riferimento per le materie televisive per Forza Italia, in questa intervista su Il Corriere ha detto in merito: «In tempi di crisi, era un atto dovuto e necessario. Esisteva una situazione di privilegio che non ha più ragion d'essere».
E poi ha così risposto alle domande del giornalista
:
Non crede però che una decisione del genere non possa essere presa da un governo presieduto dal proprietario della maggiore tivù commerciale italiana? Non le sembra logico che l'opposizione lamenti il conflitto di interessi? «Assolutamente no, perché è una decisione giusta e doverosa. Ci mancherebbe che il governo non potesse muoversi in questo settore, se si evidenzia un particolare squilibrio! Tra l'altro, voglio segnalare che anche Mediaset premium, sulle cui carte prepagate già si pagava l'Iva al 20%, subisce lo stesso aumento di Sky per quanto riguarda gli abbonamenti al digitale, dunque non c'è nessun vantaggio per nessuno».

A rimetterci comunque saranno gli abbonati
«Che hanno comunque, sempre, la possibilità di scegliere, visto che esistono televisioni a pagamento come esistono televisioni che si possono vedere gratuitamente».


Bene, se ci sono gli estremi per formalizzare il conflitto di interessi lo deciderà l'AGCM, mi preme sottolineare il fatto che l'art. 3 comma 1 della Legge n. 215/2004 si applica anche per omissione di atto dovuto, e il sottosegretario ci dice che questo è un atto dovuto; detto altrimenti, in caso di ritiro di tale intervento e se realmente sussistessero le condizioni di incompatibilità espresse dalla legge, anche l'omissione di questo atto sarebbe un conflitto di interessi.

Il dubbio principale che mi ostacola dal capire se conflitto di interessi c'è o meno, sta nel capire se i benefici per colui che è incompatibile sono diretti e specifici o meno. Ma dalle parole del sottosegretario sembra che ci sia una forte sostituibilità tra beni: "
la possibilità di scegliere, visto che esistono televisioni a pagamento come esistono televisioni che si possono vedere gratuitamente", configurando così un unico mercate rilevante; se così fosse il conflitto di interessi potrebbe essere ancora più dimostrabile. Gli analisti AGCM faranno le loro simulazioni econometriche e magari vi terrò aggiornato, comunque resta il fatto che questo potrebbe divenire un case study sul conflitto di interessi molto interessante.

Il Partito Democratico ribadisce che c'è un palese conflitto d'interessi, dato che tale intervento non riguarda Mediaset e che contrariamente a quanto successo in passato stavolta Silvio Berlusconi non ha nanche rinunciato a votare la norma uscendo dal Consiglio dei Ministri.
Giovanna Melandri, ministro delle Comunicazioni nel governo ombra (non lo sapevo, ne prendo atto con molte perplessità che ho già espresso tempo fa!) ha affermato: "Con la norma anti Sky il governo ha compiuto in un colpo solo due gravi errori. Ha di fatto creato una tassa di 80 euro a quasi cinque milioni di famiglie, smentendo clamorosamente l'intento sbandierato di non imporre nuove imposte, e ha di fatto certificato ancora una volta il suo disprezzo nei confronti di qualsiasi logica di rispetto del mercato".

Non so come finirà, ma ha ragione Bersani quando dice che dai lavori parlamentari si vedrà chi avanzerà delle perplessità e chi no, ovvero chi è un liberale e chi no.