Friday, December 21, 2007

Libertà è forzare un limite

Ecco un post d'antologia: onesto, provocante e caldo; in pieno stile adinolfiano.


Pensavo a Giuliano Ferrara, ieri notte, in macchina. Avevo appena lasciato un torneo di poker a metà da chip leader, avevo appena incontrato il mio amico e bravo ragazzo Giovanni che fa il vicedirettore ad Europa, avevo appena partecipato alla bella festa del gruppo che produce Pugni in Tasca e stavo in macchina per tornare al torneo e vedere se avevo resistito come chip leader abbandonando il tavolo. Era l'una e mezza di notte e pensavo a Giuliano Ferrara e alla sua idea insistita di questi ultimi anni, l'idea che la libertà si realizzi nei suoi limiti.

[...] Pensavo ai nostri blog, alla rete colossale che comprende oggi centotredici milioni di blog nel mondo, ne compaiono ormai quasi duecentomila nuovi al giorno a dieci anni dalla nascita, dalla crasi delle parole "web" e "log", delle definizione che li identifica. Ho pensato che la blogosfera e internet nel suo complesso sono niente altro che l'espressione più alta della libertà in questo inizio di millennio. E non sono nient'altro che un limite forzato. Pensavo questo e volevo telefonare a Ferrara e dirgli: "Libertà non è il limite. Libertà è forzarlo. Prova internet e raccontami".

In questi giorni sto provando molto altro. Il territorio della forzatura del limite lo sto portando dentro ogni angolo della mia vita. Domani va in onda la prima puntata di Pugni in Tasca [...] e senza dubbio un giornalista-conduttore di centoquaranta chili a Mtv è un limite forzato. Prima di andare in onda alle 21 da Roma, nel pomeriggio sarò a Corleone per Trl, con Elena Santarelli e Alessandro Cattelan: andare in piazza lì a dare un segnale concreto contro ogni mafia, contro ogni paura, è un limite forzato.

Rientravo nel circolo di viale Liegi dopo queste brevi considerazioni e pensavo a quanto è stato bello forzare il limite dell'impenetrabilità della politica con l'esperienza delle primarie con Generazione U e andate a vedere quello che combinano i ragazzi che si sono appassionati e continuano la lotta contundente nei loro blog.

Sono tornato al tavolo che erano quasi le due del mattino ed ero ancora chip leader. Sono andato a vedere un all in con in mano un quattro e un sette, praticamente niente. Un sette sul river (ultima carta scoperta dal mazziere) ha mandato a casa il mio rivale che era andato all in con asso e re dello stesso seme. Si è alzato quasi urlando e dando uno schiaffo alla montagna di fiches perse. Avevo appena forzato un altro limite ed è libertà, ma la libertà irrita. Ho giocato così per tutta la notte, contro novanta avversari, tra i migliori pokeristi di Roma, io che in quel circolo non m'ero mai avventurato perché seleziona davvero i mostri sacri dell'hold'em.
Ho perso al tavolo finale il mio all in per stanchezza e ho chiuso al quarto posto. I presenti mi hanno salutato con un applauso.

E ho capito l'ultima lezione: forzando i limiti irriterai, ti stancherai e non vincerai il primo premio. La libertà costa cara. Ma, una volta finito il gioco, il rispetto te lo sei meritato e tutto sommato va bene così.

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