Zitti zitti, nel Pd sono davvero molti i dirigenti convinti che il modo migliore per garantire una rapida ed efficiente successione all’attuale segreteria del partito sia quello di confidare in una progressiva autodissoluzione della leadership di Veltroni. Ma a tutti coloro che in questi giorni si nascondono dietro agli errori commessi dal segretario verrebbe da dire di fare attenzione, perché il rischio che i peggiori nemici di W. si trasformino anche nei peggiori nemici del Partito democratico è un rischio tutt’altro che da sottovalutare.
E’ evidente che, per tutti quei leader che in silenzio si stanno autocandidando alla successione all’ex sindaco di Roma, auspicare il logoramento di Veltroni potrebbe persino rivelarsi (almeno dal punto di vista personale) una tattica efficace per non farsi trovare impreparati di fronte a un clamoroso flop alle prossime elezioni europee. Rendere però esplicite le linee politiche alternative presenti nel Pd sarebbe, a questo punto, l’unico modo per far respirare il progetto politico del maggior partito dell’opposizione, e per questo non dovrebbe essere così difficile per politici – ad esempio – come D’Alema, Bersani o Letta comprendere che, per chi già si trova su una zattera malconcia, può essere molto pericoloso considerare risolutiva, e persino liberatoria, una prossima tempesta elettorale. Dunque, se nel Pd esistono delle visioni alternative, bene, che vengano fuori: altrimenti il rischio è quello di fare la figura non soltanto degli autolesionisti ma un po’ anche dei vigliacchetti.
E’ evidente che, per tutti quei leader che in silenzio si stanno autocandidando alla successione all’ex sindaco di Roma, auspicare il logoramento di Veltroni potrebbe persino rivelarsi (almeno dal punto di vista personale) una tattica efficace per non farsi trovare impreparati di fronte a un clamoroso flop alle prossime elezioni europee. Rendere però esplicite le linee politiche alternative presenti nel Pd sarebbe, a questo punto, l’unico modo per far respirare il progetto politico del maggior partito dell’opposizione, e per questo non dovrebbe essere così difficile per politici – ad esempio – come D’Alema, Bersani o Letta comprendere che, per chi già si trova su una zattera malconcia, può essere molto pericoloso considerare risolutiva, e persino liberatoria, una prossima tempesta elettorale. Dunque, se nel Pd esistono delle visioni alternative, bene, che vengano fuori: altrimenti il rischio è quello di fare la figura non soltanto degli autolesionisti ma un po’ anche dei vigliacchetti.