Il governo, in particolare i ministri Tremonti e Gelmini, considerano la scuola una riserva finanziaria ove tagliare in modo indiscriminato per tentare di far tornare i conti del bilancio dello Stato a danno del futuro dei nostri figli e, dunque, del futuro del paese. Infatti i tagli previsti, per il triennio 2009/2011, sono di ben 7 miliardi e 832 milioni e di 130.000 posti negli organici del personale. Questi tagli sono talmente insostenibili da mettere in discussione anche i livelli minimi di funzionamento delle scuole.
Le conseguenze più gravi saranno:
Le conseguenze più gravi saranno:
- la cancellazione del doppio insegnante, che rappresenta una realtà di qualità – tra le poche del nostro sistema formativo;
- con il maestro unico i bambini delle scuole elementari dovranno tornare a casa alle 12.30 (l’orario scolastico sarà infatti di 24 ore settimanali, cioè di 4 ore al giorno, senza più moduli pomeridiani e attività integrative);
- riduzione drastica del tempo pieno e del tempo prolungato nelle scuole dell’infanzia, elementari e medie;
- a rischio di chiusura tra le 1000 e le 4000 scuole soprattutto nei piccoli comuni;
- la riduzione degli insegnanti di sostegno per i bambini disabili;
- maggiori difficoltà per l’integrazione dei bambini migranti e dei bambini rom;
- l’aumento della dispersione scolastica già tra i livelli più alti d’Europa.