Riprendo uno stralcio di uno dei migliori blogger di Centro-Destra: Daw. Noi supporters PD (e non escludo anche Veltroni) non possiamo che leggere con un minimo di compiacimento.
E così anche a destra è tempo di matrimoni. Il trappolone di Veltroni è riuscito alla perfezione, e Berlusconi (con Fini) ci è cascato di brutto. Chiariamo subito: in un sistema politico come quello italiano, più vicino all'Ancient Regime transalpino che alle moderne forme di Stato, ridurre la frammentazione partitica fa solo che bene. Il problema è che il leader di Forza Italia si sta suicidando con le proprie mani nel tentativo di dimostrarsi più all'avanguardia dello sfidante Uolter. Veltroni va da solo alle elezioni non perchè sia divinamente ispirato a comportarsi così, raffigurandosi come Pontefice Massimo della nuova era politica del nostro Paese. Assolutamente no. Va da solo perchè non può fare altrimenti [...]
E allora la sfida, furbescamente lanciata al rivale Silvio, che non può essere da meno, visto il suo smisurato ego (è una constatazione): tutti da soli, con coraggio! Per il bene del Paese (solita vecchia scusa)!. Il fatto è che a destra, bene o male, sono riusciti a governare cinque anni, che tutto sommato le divisioni sono state risibili rispetto al fantozziano governo Prodi, che sulle grandi questioni c'è sintonia di vedute. Tutti i sondaggi davano la ormai definitivamente defunta CdL in gran spolvero, avanti di dieci, dodici, addirittura sedici punti rispetto alla fu Unione. Vittoria in tasca quindi, larga maggioranza in entrambe le Camere. Una campagna elettorale superflua. No, niente di tutto ciò.
Affetto da sindrome tafazziana, Berlusconi cambia ancora idea, mettendosi sulla scia (pericolosa) di Veltroni. "E' nato il Popolo delle libertà", si scandisce trionfalmente dalle parti della deceduta Forza Italia. Probabilmente, questa frettolosa sommatoria di partiti provocherà la gioia di Storace, ben contento di vedersi piovere come manna dal cielo tanti e tanti voti di aennini di ferro. Perplessità.
Se partito unico doveva essere, bisognava farlo con calma, in modo democratico, come ci avevano promesso. L'impressione è invece che si tratti di un cartello elettorale che si contrappone al gioco perverso di Veltroni. E il risultato è quello di rimettere in palio una posta già vinta.
Qualcuno ricordi a Silvio che a volere la testa del "suo Gordon Brown" Tremonti fu Gianfranco Fini, suo nuovo compagno di partito. Masochismo, e null'altro.
E così anche a destra è tempo di matrimoni. Il trappolone di Veltroni è riuscito alla perfezione, e Berlusconi (con Fini) ci è cascato di brutto. Chiariamo subito: in un sistema politico come quello italiano, più vicino all'Ancient Regime transalpino che alle moderne forme di Stato, ridurre la frammentazione partitica fa solo che bene. Il problema è che il leader di Forza Italia si sta suicidando con le proprie mani nel tentativo di dimostrarsi più all'avanguardia dello sfidante Uolter. Veltroni va da solo alle elezioni non perchè sia divinamente ispirato a comportarsi così, raffigurandosi come Pontefice Massimo della nuova era politica del nostro Paese. Assolutamente no. Va da solo perchè non può fare altrimenti [...]
E allora la sfida, furbescamente lanciata al rivale Silvio, che non può essere da meno, visto il suo smisurato ego (è una constatazione): tutti da soli, con coraggio! Per il bene del Paese (solita vecchia scusa)!. Il fatto è che a destra, bene o male, sono riusciti a governare cinque anni, che tutto sommato le divisioni sono state risibili rispetto al fantozziano governo Prodi, che sulle grandi questioni c'è sintonia di vedute. Tutti i sondaggi davano la ormai definitivamente defunta CdL in gran spolvero, avanti di dieci, dodici, addirittura sedici punti rispetto alla fu Unione. Vittoria in tasca quindi, larga maggioranza in entrambe le Camere. Una campagna elettorale superflua. No, niente di tutto ciò.
Affetto da sindrome tafazziana, Berlusconi cambia ancora idea, mettendosi sulla scia (pericolosa) di Veltroni. "E' nato il Popolo delle libertà", si scandisce trionfalmente dalle parti della deceduta Forza Italia. Probabilmente, questa frettolosa sommatoria di partiti provocherà la gioia di Storace, ben contento di vedersi piovere come manna dal cielo tanti e tanti voti di aennini di ferro. Perplessità.
Se partito unico doveva essere, bisognava farlo con calma, in modo democratico, come ci avevano promesso. L'impressione è invece che si tratti di un cartello elettorale che si contrappone al gioco perverso di Veltroni. E il risultato è quello di rimettere in palio una posta già vinta.
Qualcuno ricordi a Silvio che a volere la testa del "suo Gordon Brown" Tremonti fu Gianfranco Fini, suo nuovo compagno di partito. Masochismo, e null'altro.