Insomma, dobbiamo ragionare sul perché un Obama da noi non è pensabile. Vedete, non mi meraviglia il fatto che Berlusconi si prepari per la quinta volta a correre come candidato alla presidenza del Consiglio, che Fini abbia oltrepassato il ventennio (il suo subconscio ne sarà oltremodo orgoglioso) alla guida assoluta del suo partito, che Bossi resti capo della Lega un quarto di secolo dopo la sua fondazione e nella palese incapacità di guidarla operativamente, che persino Casini sia arrivato a quindici anni ininterrotti di leadership del suo partito a geometrie e simboli variabili. Insomma, non mi meraviglia che il campo dei conservatori conservi, che Pannella faccia il guru da mezzo secolo e Mastella il feudatario da vent’anni. Mi meraviglia che tutte queste durate da era geologica che raccontano l’immobilismo della politica italiana (Clinton è durato otto anni, Blair e Aznar dieci, ora scrivono libri e tengono conferenze) non vengano colte dal Pd come il vero luogo dove lanciare la sfida.
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