Tuesday, December 15, 2009

24 su 24


24 su 24.

24 laureati in giurisprudenza si presentano ad un concorso pubblico indetto dal comune di Orbetello e 24, come si dice in Maremma, "schiantano".
Problemi rilevati dagli esaminatori:
1. i ragazzi non sanno l'italiano, tirano strafalcioni da terza elementare;
2. i ragazzi non arrivano preparati, non avevano a quanto pare approfondito la materia del concorso;
3. i ragazzi non si erano aggiornati sugli sviluppi legislativi che si sono avuti fra la data della loro laurea, in poche parole: finita l'università, finito il diritto.

Mi permetterei di interpretare i punti 1 e 3, su cui purtroppo ho esperienze personali (per fortuna indirette).
Punto 1: la scorsa primavera lavoravo ancora con un contratto di collaborazione per la mia università. Un giorno mi fu chiesto di informatizzare le risposte aperte di una survey fatta fra gli studenti sul rendimento in classe dei professori. Non mi ero mai divertito tanto in vita mia!
Ma a parte gli scherzi l'italiano che ho trovato in risposte del tipo "bisognerebbe licenSiare il prof. xxxxx per ANEDEMPIENZA dei sui doveri" mi lascia perplesso sulla condizione delle nostre scuole superiori (i ragazzi che hanno fatto la survey erano tutti matricole).
Punto 3: gli studenti universitari per la gran parte non sono purtroppo motivati, e così molti miei amici. La cultura assurda del posto fisso e lo stato assistenziale tipico della prima repubblica hanno creato una cultura del tipo "studio alla svelta, mi sistemo e non mi rompo più le scatole ad aprire un libro fino alla pensione. Tanto se è quasi possibile mandarmi via che me ne frega se la mia professionalità si ammortizza nel tempo?"
Ergo i ragazzi studiano con furia, senza assimilare i concetti e sopratutto non vivono la materia che studiano, ma vivono l'università come una forca caudina necessaria per un futuro migliore. Solo che l'istruzione, come tutte le cose importanti, senza passione è infruttuosa. Orbetello docet.