Le aziende che gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti fanno orecchie da mercante, il governo latita: gli utenti si possono pure dimenticare di riavere indietro i soldi dell'Iva sulla Tia (Tariffa igiene ambientale) relativa agli ultimi anni. Anzi, con molta probabilità quell'Iva dovranno pagarla anche per il 2010. Questa la linea dei gestori toscani, che così facendo snobbano la sentenza con cui nel luglio scorso la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima l'Iva sulla Tia (il 10% della bolletta), dando di fatto il via libera a possibili rimborsi.
Intanto però la palla è passata al governo, che entro gennaio potrebbe cambiare rotta, approvando un decreto che per il futuro annulli l'Iva sulla Tia (la tariffa che ha sostituito la vecchia tassa sui rifiuti solidi urbani) e magari riesca a stabilire una volta per tutte se a sobbarcarsi i rimborsi per gli anni passati debbano essere i gestori del servizio ambientale o invece l'Agenzia delle entrate.
Dopo la presa di posizione dell'azienda livornese Aamps, anche altri gestori toscani spiegano che non hanno la minima intenzione di restituire l'Iva pagata in passato dagli utenti. In controtendenza il Comune di Pontremoli, che invece pochi giorni fa ha annullato l'Iva sulle bollette Tia dei cittadini. «Quella di non rimborsare gli anni passati e di applicare l'Iva per il 2010 - chiarisce Alfredo De Girolamo, presidente di Cispel servizi - non è una decisione dei gestori toscani, ma invece fa riferimento a una posizione nazionale di Federambiente, la federazione che riunisce tutti i soggetti che si occupano di igiene ambientale».
La sentenza della Corte costituzionale sottolinea come la Tia non debba essere soggetta al pagamento dell'Iva, visto che è una tassa e non una tariffa (sebbene Tia significhi proprio tariffa di igiene ambientale). Ciò implica che i Comuni o le aziende che gestiscono i rifiuti devono rendere ai cittadini che presentano richiesta di rimborso l'Iva pagata sulle bollette degli ultimi anni. Ma nessuno l'ha fatto. Il motivo di questo comportamento? Le aziende non attribuiscono valore di legge alla sentenza della Corte costituzionale. E quindi la ignorano. «Finché non sarà emesso - spiega Paolo Regini, presidente dell'empolese Publiambiente - un provvedimento legislativo che chiarirà la questione, andremo avanti così».
Uno dei motivi per cui le aziende si rifiutano di restituire l'Iva è che per loro significherebbe avere un'emorragia economica. «Mettiamo che tutti i nostri utenti - dicono alla Geofor di Pontedera - facessero richiesta di avere indietro l'Iva pagata finora, abbiamo calcolato che dovremmo rimborsare tra i 2,5 e i 3 milioni di euro. Sarebbe un problema».
Quindi i cittadini dovranno arrendersi al fatto che non rivedranno mai quel 10% pagato in più sulla Tia e dovranno proseguire i pagamenti nel 2010? Non è detto, perché il governo potrebbe decidere di cambiare la norma. «Nei mesi scorsi - riprende Regini - è stato presentato un emendamento che prevedeva l'annullamento dell'Iva dal 2010 e la restituzione dei pagamenti 2009, tramite decurtazione dall'Irpef dei contribuenti. L'emendamento è bloccato, ma forse a fine gennaio ci sarà una decisione».
di Anna Cecchini, da http://iltirreno.gelocal.it